Roberto Gervaso, l’ultimo dandy

Roberto Gervaso, l’ultimo dandy è un libro scaricabile gratuitamente in EPUB, PDF e MOBI dell'autore Giancarlo Mazzuca

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Roberto Gervaso, l’ultimo dandy

Il 2 giugno 2020, alle 19:04, un Tweet de Veronica Gervaso ha spostato amanti della cultura e della libertà: "Eras il più grande, colto e ironico scrittore che abbia mai conosciuto. E sono stato fortunato ad essere tua figlia. Sono Certo, dirai i tuoi splendidi aforismi anche lì. Ti porterò sempre con me. Arrivederci ". Gli italiani hanno appreso che Roberto Gervaso si era spento a Milano. Uno degli ultimi grandi giornalisti italiani, sollevati in quel vecchio mondo che ha ancora dato peso, silenziosamente uscirono dalla scena. Gervaso, una classe trentasette, non poteva far parte di quel gruppo di intellettuali che, nel periodo immediato del dopoguerra, ha dimostrato che potrebbe essere anti-comunista senza ricordare l'eco del fascismo o che abbraccia i riti che provengono dall'America, Dalla carne in scatola un mistico cattolico trasmesso con altoparlanti. Di quegli intellettuali, ha ereditato l'anticonformismo della formato formale, il carattere anarchico e quello spirito conservatore che ha combattuto per proteggere quei pochi principi che valeva la pena provare a preservare. Gli disse che aveva avuto insegnanti, come Indro Montanelli, Dino Buzzati e Giuseppe Prezzolini, ma il vero faro che illuminava il suo percorso, fatto da una feroce idiosincrasia a normale, superfluo ma necessario e dalle aborie speziate, è stata guidata dal Principe dei giornalisti italiani. , FUCECCHIO CHERGGING. Poco più di un bambino, nel 1955, il diciassettenne Roberto viveva a Torino e una mattina, mentre aspettava il suo turno dal parrucchiere di Via Nicola Fabrizi, per fuggire dalla noia decise di navigare in un giornale che i genitori non erano Così generale, comprando e coloro che preferivano, dal buon Torino, "La Stampa". Quel quotidiano era il "Corriere della Sera" e un articolo, in particolare, colpì la curiosità dei giovani Roberto, mentre con le sue labbra chiuse in Cuoricino hanno cercato di spostare la serratura che graffiava la fronte. L'articolo intitolato "POLLINI IN CINECITÀ", firmato Indro Montanelli. Roberto non l'aveva letto, l'aveva divorata. Esaltato per quella chiara scrittura piena di umorismo, aneddoti e battute, lontano dalle solite notizie noiose minostame informate con un vocabolario per codice civile. Raggiunse il suo turno nella grande poltrona in pelle nera, mentre un lungo foglio bianco ha cominciato a avvolgerlo e le forbici che colpiscono, il giovane Roberto aveva ora deciso: avrebbe anche fatto il giornalista, sarebbe anche diventato Indum Montanelli. L'anno successivo, a luglio, infine, anche per Roberto, aveva raggiunto la maturità molto attesa e la famiglia ha fortemente imposto il suo dono: vai a Roma per incontrare Montanelli. Il padre, parzialmente scontento e parzialmente sorpreso dalla decisione del Figlio che ha ammesso di incontrare Montanelli invece di sognare un basso della prosperosa Sophia Loren o Gina Lollobrigida, accettata. Roberto ha scritto una lunga lettera, inviata alla preparazione del "Messenger", in cui aveva colpito il desiderio di incontrare Montanelli. "Chissà se mi risponderà," pensava Roberto, quasi sconsolato dopo aver rilasciato quel prezioso avvolgimento del rivenditore: "Chissà quanti sono quanti scritti, chissà quanti chiederanno un'intervista o un appuntamento." Ma il giorno dopo squilla il telefono. Dall'altro lato dell'apparato, la voce inequivocabile di Montanelli: "Leggo la tua lettera, ti aspetterò a colazione domani. Nel mezzo, ok? Montanelli visse in Piazza Navona, venti minuti in autobus dalla casa romana delle zie Roberto, che lo avevano ricevuto nella capitale in quei giorni. "Dall'azienda a uno, poteva raggiungere una destinazione puntuale", pensò Roberto, ma per paura di alcun marchio ha deciso di lasciare due ore prima, alle undici, E dopo solo trenta minuti scivolò verso Piazza Navona, dove la terrazza della casa di Montanelli dietro la fontana dei quattro fiumi di Bernini. Era il 30 luglio e gli infombos ...

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